La catechesi è in cerca di una sua identità nella missione della Chiesa e soprattutto nei contesti di Nuova Evangelizzazione (=NE). Sono arrivato alla conclusione che il suo compito prioritario – ma non l’unico – sia quello di favorire l’accoglienza della proposta cristiana a partire dai dinamismi culturali propri delle persone e dei gruppi umani.
L’espressione receptio va intesa in questa prospettiva. Anche se espressione teologica, è adatta ad esprimere l’intero processo intrapsichico e intraculturale attraverso cui la persona costruisce se stessa. Processo culturale che diviene condizione o via pastorale in contesto di libera appropriazione della esperienza religiosa. Essa va intesa come completamento dell’azione evangelizzatrice della traditio e, proprio per questo, è la condizione di una autentica redditio che è lo scopo del processo catecumenale.
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Meddi L., Educar la respuesta de fe. La receptio fidei tarea de la catequesis de “Nueva Evangelización”, in Sinite 56 (2015) 168, 73-126
Meddi L., Educare la risposta della fede. La receptio fidei compito della catechesi di “Nuova Evangelizzazione”, in Urbaniana University Journal 56(2013) 3, 117-161.
Questa riflessione ha come obiettivo di ricordare\approfondire come sia stata l’autocoscienza ecclesiale del XX ad aver modificato il compito della catechesi spostando l’accento dalla trasmissione e difesa della dottrina a quello di sostenere la accoglienza del messaggio e la sua traduzione nella vita quotidiana. E lo ha fatto, fin dagli anni ’30 del XX secolo, per motivi missionari. È quindi una riflessione a difesa di questa innovazione.
Questo spostamento – che è ormai condiviso da magistero e autori – è infatti continuamente rimesso in discussione. A volte per una errata preoccupazione del bisogno di annuncio (magari insistendo per un ritorno al primato della fonte teologico-magisteriale). Un annuncio che privilegia il ritorno, anche della catechesi, alla funzione di traditio. Ma ancora di più dalla sensazione di «lavoro incompiuto», di mancanza di operatività delle intuizioni catechetiche innovative; difficoltà di realizzazione che portano molti operatori pastorali e teologi a lasciare di indagare come la persona accoglie la proposta cristiana e a tornare ad una più tranquilla visione di catechesi come questione di comunicazione.
Il cuore di questa riflessione sarà lo sviluppo della tesi catechetica che la finalità e, quindi l’identità della catechesi, sia il sostegno al compito che viene svolto dal destinatario. Se la Chiesa annuncia, è – tuttavia – la persona che è chiamata ad aderire al messaggio e a trasformarlo in espressione del proprio percorso di vita. Come ha scritto Giovanni Paolo II dobbiamo prendere coscienza che «l’uomo… egli è la prima e fondamentale via della Chiesa» (Redemptor Hominis, n. 14)
Questa riflessione si collega alle riflessioni che in questi anni mi hanno permesso di progredire nel mio pensiero e che hanno trovato già spazio in alcune pubblicazioni a cui farò continuamente riferimento.
Indice
Abstract italiano
English Abstract
mi piacerebbe leggere l’articolo a cui si fa riferimento, ma i link per il download sembrano non funzionare…
Ho verificato i link. Grazie
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A me questo tema appare tra i più fruttuosi della tua ricerca in ambito catechistico. E’ in sintonia col passaggio oggi raccomandato( e in sintonia con la visione di Papa Francesco) dal primato dell’insegnamento a quello di apprendimento( quindi sul soggetto). Sarebbe buono. se non l’avessi fatto applicare questo tema all’insegnamento di religione nella scuola, confrontandoti magari con Le Indicazioni Nazionali(= programmi) (2010, 2012); come pure alla luce di tali Indicazioni, sarebbe utile se tu elaborassi un contributo catechistico circa il motivo della competenza,